Parlano Pete Docter, John Lasseter e Jonas Rivera le menti dietro il nuovo, esilarante film “Inside Out”, presentato fuori concorso al Festival di Cannes
È stato presentato ieri mattina, lunedì 18 maggio, fuori concorso al Festival di Cannes 2015 “Inside Out”, il quindicesimo lungometraggio Pixar, che si presenta in anteprima mondiale sulla Croisette dopo due anni di assenza dai cinema.
Alla conferenza stampa con i giornalisti del Festival sono intervenuti il regista Pete Docter, il produttore Jonas Rivera, il direttore creativo e fondatore dei Pixar Animation Studios John Lasseter, le donne del cast vocale del film Amy Poehler (voce di Gioia), Phyllis Smith (Tristezza) e Mindy Kaling (Disgusto), oltre alla partecipazione di alcuni dei doppiatori francesi (ma assenti i più celebri: il giurato di quest’anno Xavier Dolan, Paura nella edizione franco-canadese, e Mélanie Laurent, Disgusto nell’edizione francese).
Star della conferenza stampa, cosa più o meno sorprendente, è stata Amy Poehler. Tutte e tre le attrici presenti sono attrici comiche, ma la più celebre è certamente Poehler. Chi ha visto il film giura che il personaggio di Gioia è stupefacente, e John Lasseter ha confermato che il merito è proprio della sua interprete. Alla domanda se ci fosse qualcosa di Leslie Knope (la protagonista del telefilm “Parks and Recreation”) nel personaggio di Gioia, Amy Poehler ha riconosciuto che «entrambi i personaggi sono i motori delle loro storie».
Gli autori al soldo della Pixar da più di vent’anni hanno cominciato la loro rivoluzione che eran giovani, ma oggi sono tutti padri di famiglia. Non fanno mistero che da qualche tempo sono proprio i loro figli a ispirare i loro film. E i loro figli, evidentemente, sono già adolescenti e danno loro gli stessi grattacapi dei figli dei comuni mortali. In un per niente velato tentativo di psicoterapia “Inside Out” va letteralmente a scavare nella mente di un’adolescente per dare una risposta, o almeno azzardare un’approssimazione, a questo mistero. L’allegoria di questa storia vede le personificazioni della Gioia e della Tristezza smarrirsi nei recessi della mente di Riley, la protagonista, lasciando la sua mente in balia delle tre emozioni rimaste: Paura, Disgusto e Rabbia.
Il film è stato osannato all’anteprima della mattina, e in conferenza sono fioccati i complimenti ma soprattutto il dubbio che a tutti noi era venuto sin dall’annuncio dei film in programma: perché non si è voluto portare “Inside Out” in concorso, per rimarcare la dignità del cinema d’animazione al pari di quella del film d’autore? Le ragioni evidentemente non si possono sapere, dato il leggero imbarazzo di Pete Docter e John Lasseter alla ripetuta richiesta. Ma i due pixariani hanno comunque colto l’occasione per una mai troppo sufficiente apologia del cinema d’animazione e ristabilire qual è la chiave di volta del cinema Pixar: lo storytelling.
Dice John Lasseter: «Essere a Cannes è già un premio. È già speciale così. Quando ho iniziato la mia carriera al CalArts, l’animazione sembrava ormai praticamente morta. Si faceva solo animazione mediocre per la tv. La Disney faceva ancora film, ma ogni 4-5 anni. L’animazione era considerata solo per bambini, ma io sapevo che non era così. E lo sapevano anche Walt Disney, o Chuck Jones. Il motivo di questo pregiudizio risale agli anni ‘60, quando i grandi studios chiudevano le loro divisioni d’animazione, e hanno venduto tutto il loro materiale d’archivio alle TV, che li programmavano in blocco ogni sabato mattina per i bambini. Ma negli anni ‘70 io vedevo registi come Coppola, Spielberg, Lucas, Scorsese, grandi autori che riuscivano anche a intrattenere il pubblico, e io ero convinto che si potesse fare lo stesso con l’animazione. Alla Pixar la nostra strategia si è sempre concentrata sulle storie, ed è così che abbiamo raggiunto il pubblico, mentre gli altri si concentravano sull’esibizione di nuove tecnologie. Poi dopo “Toy Story” i lungometraggi in computer graphic sono dilagati, se ne sono fatti credo oltre 250 in tutto il mondo, e di questo io sono orgoglioso».
A conclusione dell’incontro arriva una domanda interessante sull’eventualità di un film Pixar con un protagonista di colore o comunque espressione di minoranze etniche, e ciò dà l’occasione a John Lasseter di ribadire l’importanza dell’attenzione alle minoranze e citare anche uno dei prossimi film Disney, “Moana” (in uscita nel 2016): una storia derivata da miti e leggende polinesiane che dimostra come la dimensione fiabesca non appartenga necessariamente solo all’Europa.
“Inside Out” esce negli Stati Uniti a giugno, mentre in Italia arriverà solo il 16 settembre 2015, ma sarà possibile approfittare di un’anteprima al Taormina Film Festival, dove il film inaugurerà la manifestazione il 12 giugno prossimo.