Siamo stati all’anteprima stampa di Frankenweenie e con grande orgoglio vi presentiamo la nostra recensione!
Con questa pellicola, co-prodotta con la Disney, Burton mette da parte il suo pupillo Johnny Depp e crea un gotico e grottesco fanta-horror in cui il protagonista è Victor Frankenstein (si esatto proprio lui!), un bambino di 10 anni, geniale, amante della scienza ma poco socievole.
Il suo miglior amico è Sparky, il suo fedele cagnolino con cui passa intere giornate e con cui si diverte a realizzare monster movie nella mansarda.
Un giorno Sparky muore a causa di un incidente d’auto e Victor entra in crisi…Cosa farebbe qualsiasi ragazzino di questa terra? Lo vorrebbe riportare in vita!
Così Victor grazie alle nozioni di scienze impartitegli dal Professor Rzykruski rianima il cane usando la potenza elettrica dei fulmini. Un po’ ammaccato, una ricucita di qua e una toppa di là ed ecco che Sparky torna a scodinzolare nuovamente.
Nonostante Victor tenti di nasconderlo, i suoi amici lo scoprono e gli rubano l’idea. Ma cosa succede se gli animali vengono fatti resuscitare non per amore ma solo per vincere un concorso di scienze?
La storia di Frankenweenie è curiosa e travagliata. Correva l’anno 1984 e l’allora 26enne non ancora celebre Timothy William Burton aveva prodotto per la Disney un cortometraggio live-action intitolato Frankenweenie, di poco meno di mezz’ora e con uno plot analogo all’omonimo lungometraggio odierno.
Ma la Disney dopo averlo visionato lo licenziò accusandolo di avere sperperato il budget a disposizione e di aver creato un prodotto non adatto a un pubblico di ragazzi a causa del suo stile troppo dark.
A 30 anni di distanza Burton ha avuto la rivincita sulla casa di Topolino e ripropone la storia arricchita con nuovi personaggi e con un nuovo sviluppo narrativo.
Frankenweenie è il terzo film di Burton ad essere girato con la tecnica dello stop-motion, e segue le orme delle sue opere precedenti: Nightmare Before Christmas e La Sposa Cadavere.
Ma che cosa è lo stop-motion? E’ una tecnica che usa oggetti inanimati progressivamente movimentati e fotografati. La proiezione in seguenza delle immagini dà l’ illusione del movimento sullo schermo.
Per Frankenweenie è stato ingaggiato un talentuoso team di artigiani, disegnatori, costumisti e creatori di modelli di personaggi per poter dare vita ai 200 pupazzi presenti nel film.
Sono stati impiegati due anni di lavoro per girare il film perché il campo cinematografico prevede 24 frame al secondo: ciò significa che l’animatore deve fermarsi e posizionare il pupazzo 24 volte per ottenere un secondo di azione filmata.
Sicuramente c’erano altri modi più semplici per realizzare il film ma Burton ritiene che questa tecnica sia la più congeniale per Frankenweenie: “La stop-motion è adatta per raccontare la storia di Frankenstein, in cui si prende un oggetto inanimato e lo si riporta in vita”.
Frankenweenie offre materiale perfetto per evocare tutti i film che hanno cullato Burton negli anni della giovinezza, a partire da Frankenstein. Le citazioni e gli omaggi ai film horror sono molteplici: la vicina di Victor si chiama Elsa Van Helsing, la pettinatura della barboncina ricorda terribilmente La Moglie di Frankenstein, i genitori guardano nel salotto Dracula, il film girato da Victor è un puro richiamo a King Kong e Godzilla e il Professor Rzykruski è tale a Vincent Price, l’attore che ha recitato nei panni dell’inventore in Edward mani di forbice.
sei molto brava in ciò che fai e ci proponi. adesso anche le recensione dei film in anteprima. grazie