La Bella Addormentata nel bosco (Sleeping Beauty in inglese) e’ uscito nelle sale cinematografiche il 29 Gennaio 1959 e nasce dall’intento di Walt e dei suoi collaboratori di fornire al pubblico una storia già conosciuta, ma arricchita dal magico ed incantato “stile Disney”.
La storia e’ un mix tra l’omonima fiaba di Charles Perrault e quella dei Fratelli Grimm, anche se puo’ essere paragonato maggiormente alla fiaba dei due fratelli in quanto nella loro fiaba la principessa si chiama Rosaspina, come nel cartone quando Aurora vive nel bosco, e non vi è inoltre la parte della madre Orchessa del Principe, presente invece nella versione perraultiana…. Ma nonostante tutto cio’ nei titoli di testa è scritto che il film è basato sulla fiaba di Perrault da cui è stato tratto anche il balletto di Čajkovskij, di cui il cartone Disney mantiene il celebre valzer in forma semplificata.
Il lungo momento epico iniziale lascia posto ad una parte centrale molto leggera e divertente. Merito è tutto delle tre fatine, dato che la protagonista per l’intera durata del film pronuncia soltanto pochi concetti, spesso cantati (è seconda soltanto a Dumbo, che nel film non parla per niente).
Tra i disegnatori principali troviamo Marc Davis, il quale lo ricordiamo per il suo fenomenale designer della strega Malefica, uno dei cattivi meglio riusciti della Disney, e Eyvind Earle, probabilmente nessun altro ha impostato lo stile di questo film come lui, in quanto si occupo’ di creare un nuovo look che combinava l’angolarita’ della pop art degli anni 50 con i motivi gotici del Medio Evo.
Gli animatori non apprezarono molto questa sua direzione artistica ma Walt ne fu colpito e sostenne Earle fino alla fine: in effetti questo nuova grafica angolare e stilizzata, caratterizzata da forme geometriche e linee verticali, non appartenevano al solito modello disneyano che caraterizzavano i film precedenti. Uno di questi fu il motivo per cui sia la critica dell’epoca che gli incassi al botteghino, fecero di questo film un flop quando venne distribuito per la prima volta nelle sale cinematografiche.
Di seguito vi posto alcuni disegni fatti da Earle Evynd, a mio parere un genio incompreso:
Una delle caratteristiche de La bella addormentata nel bosco e’ che fu il primo lungometraggio animato girato in Super Technirama, la versione in 70mm della tecnica inventata dalla Technicolor.
Due immagini della multiplane camera utilizzata da Disney per i principali classici
La Bella Addormentata nel Bosco era stato ripreso durante la sua creazione nel 1958 con la multiplane camera (inventata da Ub Iwerks e rielaborata successivamente sempre all’interno degli Studios Disney) usando il sistema “Technirama 70mm” ad esposizione successiva. A differenza del 35mm e del 70mm standard – entrambi a scorrimento verticale – il Technirama era a scorrimento orizzontale. Inoltre nel processo ad esposizione successiva ogni fotogramma veniva fotografato 3 volte: una attraverso un filtro rosso, una con un filtro verde ed una con uno blu, dando luogo ad un negativo a grana molto fine e di alta qualità, che conteneva tre volte ogni fotogramma, nelle sue tre componenti cromatiche.
La cosa interessante è che ognuna delle 3 volte che l’immagine veniva fotografata, avveniva su un negativo in bianco e nero: idea geniale visto che fotografando l’immagine attraverso un filtro monocromatico anche il risultato sarebbe stato tale. Inoltre, oltre ad avere una elevatissima nitidezza, si preservava il negativo finale del film dai problemi di alterazione cromatica nel tempo che affliggono i negativi a colori. Il risultato che si può vedere nel Blu-ray parla chiaro dal punto di vista della resa dei colori e di come si sono conservati.
Il risultato della “ricomposizione” delle tre componenti RGB e lo “stiramento” 1,5X
Inoltre, grazie allo scorrimento orizzontale, ogni fotogramma del Technirama 70mm è ben 3 volte più largo sia del 35mm stardard che dell’ormai utilizzatissimo Super35. Se poi volessimo considerare la somma dell’area dei tre negativi RGB che compongono di fatto il singolo fotogramma, a conti fatti l’area usata in totale per ciascun frame è circa 6 volte quella del classico 35mm (un fattore 3 sulla base e 2 in altezza). In termini di risoluzione, il frame è circa 2,5 volte quello del Super35. Al netto della lente anamorfica a valle del proiettore cinematografico, il rapporto d’aspetto del film era di 2,55:1.