Intervista a Don Hahn su Il Re Leone in 3D. Parte 1

Don Hahn si dilunga tantissimo a parlare del suo lavoro e di come questa rivisitazione in 3D de Il Re Leone abbia entusiasmato tutti in Disney. Risponde cortesemente e senza avarizia a ogni tipo di domanda, inebriando ogni risposta della passione di un uomo che sono vent’anni che fa questo lavoro con amore e dedizione. Più di quattro ore di intervista che sarebbero davvero impossibili da trasformare in un articolo che non somigli troppo a un compendio sull’animazione… trasformare un classico come Il Re Leone in una esperienza stereoscopica è stata una grande sfida per i Walt Disney Animation Studios, eppure il produttore sembra essere sicuro del successo del loro lavoro. Scopriamo perché.

Se ti trovassi a lavorare a Il Re Leone oggi, al posto di 17 anni fa, lo faresti in maniera diversa? L’odierna tecnologia potrebbe essere utile per realizzare qualcosa impossibile per l’epoca?
Ci sono stati molti miglioramenti tecnologici nell’animazione da quando abbiamo realizzato, nel 1994, Il Re Leone, quindi non metto in dubbio che ci saremmo approcciati al film in maniera diversa. Ma non penso ciò avrebbe toccato la storia, solo l’esecuzione del film sarebbe stata diversa. Non sono nemmeno sicuro avremmo fatto un film in CG. L’Africa è una tela così ricca di colori, animali e paesaggi che disegnare i personaggi sembra sempre essere il modo migliore per lavorare con essa.


Qual è stata la tua reazione quando hai visto per la prima volta la versione definitiva de Il Re Leone 3D?

Ho visto il film migliaia di volte negli anni. Mi sono incontrato con i registi Rob Minkoff e Roger Allers quando ormai il 3D era stato ultimato e siamo rimasti sorpresi di quanto più potente ed emozionante il film appaia. Parte è dovuto alla pellicola e alla naturale immersione generata dal 3D e parte invece al nuovo mix sonoro, creato specificatamente per questa versione. Un’esperienza favolosa, anche per chi lo ha creato!

E secondo te qual è la scena che più ha tratto beneficio da questa conversione in 3D?
La canzone di apertura, “Il cerchio della vita”, ti sbatte indietro sul sedile quando la vedi in 3D. E poi la fuga degli gnu ti fa venire voglia di scattare a correre per tutto il cinema. Il terzo momento che mi viene in mente è quello in cui il fantasma di Mufasa appare a Simba. È sempre stato il centro emozionale della pellicola e ora il 3D lo rende ancora più potente.

Qual è la difficoltà maggiore nel convertire un film animato in modo tradizionale in uno in 3D?
Un film disegnato a mano come Il Re Leone è, per natura, una caricatura della vita fatta di disegni e ritratti. Quindi la cosa è più difficile da fare è prendere queste tavole piatte e creare delle geometrie che le diano loro una dimensione. L’animazione CG è già in 3D, quindi in quel caso è più semplice. Si tratta però più che altro di una difficoltà tecnica, perché bisogna creare profondità dove non ce n’è. Non era mai stato fatto prima.

Che cosa dobbiamo aspettarci dal punto di vista sonoro e visivo?
Terry Porter ha fatto un lavoro straordinario: ha preso tutti gli elementi sonori originali e li ha messi in modo che, trovandosi al cinema, l’audio sembri fuoriuscire dallo schermo. Non sono molto sicuro di come abbia fatto, ma l’effetto è qualcosa che non avete mai sentito prima, un po’ come sedersi nel bel mezzo dell’orchestra di Hans Zimmer mentre state vedendo il film. La pellicola, una volta finita, era stata archiviata in digitale e quindi siamo riusciti a recuperare dei file originali e usarli come punti di partenza per la versione in 3D. il risultato finale è chiaro e pulito. La palette dei colori è stata mantenuta come nelle intenzioni originali dei filmmakers.

Pensi che i bambini, di fatto il vostro target di riferimento, saranno interessati alla versione 3D del film?
Bhe, io comincerei con l’essere in disaccordo con il tuo sostenere che i bambini sono il nostro target. Facciamo questi film per il pubblico dai 6 ai 60 anni. I bambini se lo godono al loro stesso livello, mentre gli adulti vedono ulteriori livelli di storia ed emozioni. Saranno interessati al 3D? Spero proprio di si. L’unica cosa che posso dire al pubblico è che non ha mai visto dei disegni tradizionali trasformati in un film in 3D come questo. È come camminare in un dipinto.

La versione Blu-ray includerà contenuti speciali sul processo di trasformazione applicato al film?
Una delle caratteristiche del nuovo disco è l’inclusione di blooper mai visti prima. Abbiamo rovistato nelle registrazioni originali e abbiamo trovato dei fuori scena molto divertenti mentre lavoravamo con James Earl Jones o Jeremy Irons. Così abbiamo chiamato tutti i vecchi animatori e abbiamo montato i personaggi sulle loro frasi. È davvero divertente. Inoltre ci sono un sacco di informazioni sul making of del film, inclusa la sfida nel rendere dei disegni fatti a mano e trasformarli in una esperienza in 3D.

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L’esperienza 3D è sicuramente la moda del momento. Molti film vengono girati in 3D o semplicemente riversati in post-produzione: a volte si tratta della decisione migliore, altre è semplicemente uno sbaglio. Cosa vi ha fatto credere che in questo caso fosse la giusta decisione?
Sapevano che tecnicamente potevamo convertire Il Re Leone, perché lo avevamo archiviato, nei suoi diversi livelli, in digitale. Abbiamo uno straordinario gruppo di tecnici che inventano vari modi per convertire questo tipo di film in 3D, che è qualcosa che non è mai stato fatto prima. Dopo aver fatto alcuni test preliminari e averli esaminati, è stato straordinario notare come il 3D lo avesse cambiato. Hai ragione quando dici che il 3D non è appropriato per tutti i film, ma per Il Re Leone è una nuova esperienza perfetta per questa storia.

La seconda parte dell’intervista la postero’ nei prossimi giorni…Stay tuned!

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