Toy Story: La creazione e la metamorfosi di un capolavoro

Toy Story– Il mondo dei Giocattoli (o semplicemente Toy Story) fu un film rivoluzionario per la storia cinematografica in quanto fu il primo lungometraggio realizzato totalmente in computer grafica.
Diretto da John Lasseter, fu realizzato dalla Pixar e quando uscì nelle sale cinematografiche nel 1995 fu un successo planetario.

Però non tutti sanno come è nato veramente Toy Story. Inizialmente doveva essere un sequel di Tin Toy, ovvero il cortometraggio animato in CGI, dalla durata di 5 minuti e che fu prodotto sempre dalla Pixar.
La storia narra le vicissitudini di Tinny, un giocattolo di latta che è stato appena regalato ad un infante di nome Billy. Dapprima felice di essere il nuovo gioco del bimbo, Tinny si accorge ben presto della pericolosità del neonato e tenta in tutti i modi di sfuggirgli.

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Ma andiamo indietro nel tempo e ripercorriamo tutte le tappe per scoprire come è nato Toy Story. Quando Tin Toy uscì, il pubblico e la critica rimasero molto impressionati tanto che vinse nel 1988 un Oscar nella categoria “Miglior Cortometraggio Animato”.
Questo enorme successo portò Ed Catmull, il co-fondatore della Pixar, a pensare di produrne un sequel, ma questa volta non sarebbe stato un cortometraggio, bensì un lungometraggio.

Così, agli inizi degli anni novanta, la Pixar contattò la Disney per realizzare il primo film animato al computer. Il progetto andò in porto, ma considerando troppo brusco il passaggio da cortometraggi di pochi minuti ad un lungometraggio di un’ora e mezza, la Pixar decise di fare le cose step by step e si propose per realizzare uno special di mezz’ora per valutare se fosse in grado di gestire una produzione che si avvicinasse a quella di un film vero e proprio.
Dunque i film maker misero in cantiere uno speciale televisivo natalizio dalla durata di 30 minuti e dal titolo A Tin Toy Christmas. Il mediometraggio era ambientato negli anni ’40 e vedeva sempre Tinny come protagonista. E’ un giocattolo che purtroppo non attira i bambini e pertanto rimane invenduto per anni e perciò viene riposto nel magazzino del negozio. Dopo essersi addormentato per anni e anni, si risveglia negli anni ’90 e scopre che il piccolo negozietto in cui giaceva da anni, adesso è diventato un mega store di giocattoli, una sorta di Toys “R” Us.
Tinny si incuriosisce subito del nuovo mondo e durante l’esplorazione fa la conoscenza di svariati personaggi, tra cui un pupazzo da ventriloquo di nome Woody e un morbido orso rosa di nome Lotso

Di seguito vi mostriamo alcuni sketch e concept art di Tin Toy Christmas. Negli ultimi due potete vedere il pupazzo da ventriloquo Woody:

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Furono creati diversi disegni di Tin Toy Christmas, purtroppo però il progetto venne successivamente abbandonato perché la rete televisiva che avrebbe dovuto produrlo non poteva affrontare la spesa necessaria.
Alcuni personaggi creati però erano molto interessanti sia dal punto di vista del design che caratteriali, perciò si decise di non eliminarli definitivamente ma di adattarli per qualche altro progetto.

La Pixar successivamente buttò la prima stesura di un nuovo progetto dal nome Toy Story – Il mondo dei giocattoli, in cui  la sua creatura, Tinny, avrebbe trovato spazio e un ruolo.
Dopo vari adattamenti del film, Tinny fu completamente cancellato e solo un personaggio di A Tin Toy Christmas sopravvisse, ovvero Woody. Come riferito sopra, il personaggio venne ideato come un ventriloquo, ma gli autori scartarono subito questa idea e decisero, quindi, di eliminare gli aspetti da ventriloquo e lo fecero diventare un cowboy.
Anche Lotso in realtà sopravvisse e durante la stesura di Toy Story 3 – La grande fuga gli autori decisero di riesumare l’orsacchiotto rosa e di utilizzarlo nel terzo capito della saga. 

Toy Story stava dunque vedendo la luce e molti script furono realizzati. Jhon Lasseter, l’allora direttore della Pixar, voleva mantenere l’idea del film sui giocattoli perchè la tecnologia al pc di quei tempi faceva sembrare i personaggi fatti di plastica. Infatti riguardo a questo aspetto, Lasseter disse: “Dal momento che la computer grafica fa sembrare i personaggi di plastica…perchè non fare dei personaggi fatti letteralmente di plastica?”

I personaggi principali scelti furono due: il primo era un astronauta di nome Buzz (come l’omonimo astronauta che per secondo andò sulla Luna, ovvero Buzz Aldrin). Il secondo era Woody, adesso non più con le sembianze di un pupazzo da ventriloquo, ma di un cowboy. Tra l’altro, si decise di mantenere il nome “Woody” in quanto Woody Strode era un famoso attore di film western come “I Professionisti” e “C’era una volta nel West”.

La Disney voleva che il film fosse un musical, poichè i suoi film lo erano, ma a John Lasseter non piaceva l’idea e così propose di renderlo un “buddy movie”, ovvero un film dove i protagonisti hanno personalità e punti di vista opposti e che successivamente imparano l’uno dall’altro e cambiano nel corso della storia.

Il presidente della Disney Jeffrey Katzenberg accettò e disse che il film doveva essere più cupo e maturo. Allora i produttori resero Woody un personaggio meschino, infame e con poche virtù. Era quasi un dittatore con gli altri giocattoli di Andy e non aveva nessuna considerazione per loro e spesso li umiliava e maltrattava.

Una delle prime sequenze del film fu la scena dove Woody, invidioso del nuovo giocattolo Buzz, lo scaraventa fuori dalla finestra. Gli altri giocattoli lo notano e gli chiedono perchè lo ha fatto e lui di tutta risposta dice che è stato un “incidente”. Il suo tono però faceva capire che non gli importava della sorte di Buzz e che lo aveva spinto volutamente. Gli altri giocattoli pertanto non gradiscono la sua sfacciataggine e la sua arroganza.

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Questa scena non piacque a nessuno dello staff di produzione. Lo stesso doppiatore originale di Woody, ovvero Tom Hanks, si chiedeva come il cowboy potesse essere il giocattolo più popolare dalla stanza di Andy e perchè il pubblico avrebbe dovuto interessarsi a lui. A causa di ciò, il film rischiò di essere cancellato, però alla Pixar fu data un’altra possibilità: avrebbe dovuto rielaborare lo script del film entro tre mesi, altrimenti niente film.

Nonostante ciò, John Lasseter e il suo team riuscirono a rendere la storia un pò più leggera e i personaggi più simpatici e questa è la storia di uno dei film più amati di sempre e che fece vincere nel 1996 a John Lasseter un oscar speciale per “Il primo lungometraggio interamente animato al computer”

 

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