Lewis Carroll, pseudonimo di Charles Lutwidge Dodgson (1832 -1898) è stato uno scrittore, matematico, fotografo e inventore. È celebre soprattutto per i due romanzi Alice nel Paese delle Meraviglie e Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò.
Lewis Carrol
Carrol era una persona molto timida ma gli squarci di una personalità più colorita li cominciamo a cogliere dai suoi hobbies.
Da bambino si dilettava di giochi con le marionette e di giochi di prestigio: per tutta la vita gli piacque fare giochi di destrezza, specialmente a beneficio dei bambini. Gli piacevono tutti i giochi, specialmente gli scacchi, i croquet e il biliardo. Inventò moltisimi rompicapo, giochi, alfabeti cifrati matematici e linguistici, nonchè un sistema che permetteva di imparare a memoria i settantun decimali del pi greco.
Era anche un appassionato dell’opera e del teatro, ma il principale hobby di Carrol era quello di intrattenere le bambine…e in particolare Alice Liddell, la bambina di 8 anni che inspirò il personaggio di Alice nel Paese delle Meraviglie (per conoscere la sua storia e saperne di più sul legame che aveva con Lewis Carrol leggi QUI).
Carroll ha sempre affermato che le sue più grandi gioie derivavano dal conversare e passare del tempo con loro, tant’è che nel suo diario un giorno scrisse: “Amo i bambini, eccetto i maschi”
Professava un grande orrore per i bambini maschi, in quanto erano rudi e non rappresentavano il simbolo della purezza, infatti nella sua vita cercò di evitarli il più possibile.
Ma questa passione e la sua collezione di foto di bambine-nude hanno da lungo tempo portato alla nascita di teorie sulla sua presunta pedofilia, sebbene pochissimi siano arrivati a suggerire che Carrol abbia mai oltrepassato i confini dell’ amore platonico per le sue giovani amiche.
Lewis Carrol e Alice Liddell, la bambina che inspirò il personaggio di Alice nel paese delle Meraviglie
Il cosiddetto “Mito di Carroll” (e di Carroll come pedofilo) iniziò, secondo le ricerche condotte da Karoline Leach, con alcune affermazioni che si trovavano nel saggio The Life of Lewis Carroll di Langford Reed.
Senza alludere in effetti alla pedofilia, Reed osservò che le amicizie di Carroll con le ragazze terminavano quando queste raggiungevano la pubertà.
Al tempo stesso, al “mito di Carroll” si aggiunse l’idea che Carrol non avesse una reale “vita adulta” e che si trovasse a suo agio solo in un mondo mentale infantile.
Morton Cohen, nel suo Lewis Carroll, a Biography, scrive:
Non possiamo sapere fino a che punto la preferenza di Charles per i bambini nei disegni e nelle fotografie nasconda un desiderio sessuale. Lui stesso sostenne che tale preferenza aveva motivi strettamente estetici. Ma dato il suo attaccamento emotivo ai bambini e il suo apprezzamento estetico per le loro forme, l’affermazione che il suo interesse fosse strettamente estetico è ingenua. Probabilmente sentiva più di quanto volesse ammettere, anche a sé stesso. Certamente, cercò sempre di avere un altro adulto presente quando soggetti prepubescenti posavano per lui.
Secondo Cohen, non c’è nessuna evidenza che Lewis Carrol fosse attratto sessualmente dalle bambine, infatti chiedeva sempre alle madri di esse di essere presenti quando si accingeva a ritrarre le loro figlie, e inoltre le ritraeva solamente se le fanciulle-modelle si sentivano a loro agio.
Quello che anche secondo Cohen è certo è che Carrol, in qualche modo, ispirava fiducia alle famiglie. L’unico caso noto di attrito fra lui e i genitori delle bambine è quello che avvenne nel 1879, ovvero una “improvvisa rottura dell’amicizia” di Carrol con la famiglia Mayhew dopo che questi gli ebbero rifiutato il permesso di fotografare nude le loro tre figlie maggiori (6, 11 e 13 anni).
Una bambina fotografata da Carrol
Una curiosità da sapere è che Carrol, prima di morire, si assicurò che dopo la sua morte queste fotografie venissero distrutte o restituite alle bambine o ai loro genitori per evitare che si imbarazzassero da adulte.
Quindi ai giorni nostri sembrerebbe essere un pedofilo ma è anche vero che nel periodo Vittoriano, l’epoca in cui visse Carrol, era comune fare foto a delle bambine nude: tutti gli artisti studiavano il nudo fanciullesco ed era un trendy per quel periodo. Inoltre in questo periodo c’era la tendenza, e la lettreratura la riflette, a idealizare la bellezza e la purezza verginale delle bambine. Senza dubbio ciò rese più facile a Carroll ad attribuirgli un alto livello spirituale alla propria passione. Quando queste bambine-amiche furono adulte, racconatrono solo storie posive riguardo questa amicizia tra loro e Carrol.
Si suppone che Carrol amasse così tanto le bambine perchè ebbe tante sorelle che amò intrattenerle quando era un adolescente.
Ora sta a voi tirere le somme…! Cosa ne pensate di questa storia?
Diletta saluta tutti i frequentatori del blog da Parigi, dove si trova attualmente. Al suo ritorno Ci ha promesso tante nuovwe notizie e curiosità direttamente da Didneyland. Saluti