Durante la nostra esistenza compiamo buoni e cattive azioni. Spesso però, a discapito nostro, veniamo ricordati solo per quelle cattive ed è questo che succede a Malefica nel secondo capitolo del film a lei dedicato Maleficent – Signora del Male.
L’essere umano la reputa ancora un essere spregevole e non l’ha perdonata per quello che fece alla Principessa Aurora. Sì, è vero che fu lei a lanciare il maleficio sulla piccola “bestiolina”, ma è altrettanto vero che alla fine si è rivelata essere l’unica salvatrice, capace di destare Aurora dal sortilegio da lei stessa lanciato.
Nello scrivere questa recensione vogliamo partire dal titolo: è fuorviante. La natura di Malefica non è malvagia, ma a causa di altre persone il suo cuore si indurisce e appellarla “Signora del Male”, a noi sembra una grossa forzatura.
In questa pellicola il suo compito è quello di proteggere la sua adorata figlia adottiva, come d’altronde farebbe qualsiasi madre amorevole. Spesso però capita che le madri convengano in decisioni che, agli occhi dei figli, potrebbero risultare “sconvenienti” e “crudeli”, ma in realtà sono decisioni prese per il loro bene. Ed è quello che succede tra Malefica e Aurora: Malefica ha paura di perdere la sua prediletta e che persone intorno a lei le possano fare del male.
A creare tutto questo scompiglio sono il Principe Filippo e Ingrith, la madre di lui e Regina del Regno degli Umani, interpretata dalla bravissima Michelle Pfeiffer. Nasce così una vera e propria guerra tra consuocere, la quale va oltre la sfera familiare e si estende sui due territori governate dalla due Signore: la Brughiera di Malefica vs il Regno degli Umani di Ingrith.
La Jolie e la Pfeiffer, nei loro rispettivi ruoli, sono due donne forti e che insieme creano scintille: i loro battibecchi e le loro battute pungenti sono irresistibili ed è un peccato che gli sceneggiatori gli abbiano scritturato solo una scena in comune.
Gli uomini nel film fungono da contorno e per amplificare il “girl power” gli sceneggiatori hanno voluto dare in questo secondo film maggior spessore alla figura di Aurora, la quale nel primo film era solo una ragazzina che rideva per qualsiasi cosa e che si meravigliava per ogni cosa, conferendole un ruolo poco brillante e una personalità poco spiccante.
Nel secondo capitolo anche lei combatte in questa guerra, ma non con le armi convenzionali, ma con un’arma davvero particolare, ovvero la dolcezza che sa colpire anche i cuori più duri.
Maleficent – Signora del Male tratta diversi temi di stretta attualità, quali la maternità, il rispetto per l’ambiente, l’accettazione del diverso e il concetto di famiglia intesa come nucleo di persone non per forza unite tra di loro con legami di sangue.
In tal proposito è giusto considerare che non solo Malefica diventa “cattiva” quando la posta in gioco è la felicità della propria figlia, ma altrettanto fa la Regina Ingrith nei confronti dei suoi molteplici “figli”, ovvero gli abitanti del suo regno. Anche lei in fin dei conti si batte per il bene dei propri abitanti e assume il ruolo di protettrice.
Il film strizza l’occhiolino al mondo fantasy con tutte le sue strane e bizzarre creature che vivono nella Brughiera (come alberi antropomorfi, fatine, specie animali fantastici e creature volanti) e scopriamo quali sono le origini della razza di Malefica…a quanto sembra non è l’unica creatura esistente che abbia le ali e le corna!
Di per sè il film intrattiene, grazie anche a una grafica ed effetti speciali notevoli e alla recitazione degli interpreti. L’unica pecca è la totale assenza degli elementi apparteneti alla favola de “La Bella Addormentata nel Bosco”: Malefica, Aurora e il Principe Filippo sono sì i tre personaggi della storia di Perrault, ma se in questo film si fossero chiamati “Tizio, Caio e Sempronio” sarebbe stata la stessa cosa.